Umani Sui Social: ecco link e citazioni

Mercoledì 25 novembre 2020 alle ore 21:00 abbiamo prodotto questa tavola rotonda in streaming all’interno del Programma culturale di Fa’ La Cosa Giusta.

Eravamo Rosy Battaglia, Claudia Vago, Carlo B. Milani ed io, Marco Geronimi Stoll, che moderavo.
Grazie alle più di mille persone che ci hanno seguito e a F.L.C.G. che ci ha ospitato e promosso.

Questa pagina riassume a loro e a chi non ci ha ancora visto:

  1. le premesse,
  2. i link e le bibliografie suggerite dai relatori,
  3. alcune “frasi celebri” (che tali ancora non sono ma potrebbero diventarlo) che io a mio arbitrio ho estrapolato dalla conversazione.

Le premesse

Dieci anni fa esplodevano i social, dopo mezzo secolo di impero della TV. Dopo tanta regressione catodica (ideologica, etica ed estetica) promettevano di ridare la voce “dal basso”; credevamo che dopo quel male non fosse possibile un peggio.
Invece siamo passati dalle “vecchie” ideologie ai nazional-populismi, dai supermercati ad Amazon, dall’invisibilità ai selfie.
Come fare?
Dopo il Covid l’umanità potrà davvero usare internet per “pensare insieme” e migliorare il mondo dal basso? E se sì, come? Noi qualche idea ce l’avremmo.
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10 anni fa nasceva anche smarketing°: se il virus non si fosse messo di mezzo l’avremmo festeggiato a Fa La cosa Giusta a febbraio in carne, ossa e spumante.

Invece ormai ne compiamo quasi undici, ma vogliamo celebrare lo stesso. Abbiamo invitato tre amici speciali per parlare di comunicazione fra umani: le amiche Claudia e Rosy blogger, giornaliste, che tra le prime hanno inventato in Italia le pratiche di questo mestiere, hanno in modi diversi affiancato o stimolato la nostra evoluzione; Carlo anche, attraverso i suoi scritti potenti e illuminanti (firmati con vari eteronimi e nickname da hacker: Ippolita, Karlessi…) che svelano come funziona “il giocattolo”.
Con loro ci siamo dati appuntamento per parlarne in streaming: di liberazione dal marketing consumista, di cambiamento degli schemi mentali, di un nuovo senso comune che può nascere dal basso. Di rigenerazione.

Di bellezza diffusa. Di grinta costruttiva. Insomma: di comunicazione civile.

Rivedi la tavola rotonda

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I link

Valori

Cittadini Reattivi

C.I.R.C.E. Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche

Umanesimo digitale L’adesione al manifesto di Cittadini Reattivi

La scuola di cittadinanza reattiva di cittadinireattivi.it

Hermes (segnalazioni anonime)

Mastodon un altro social network libero e decentralizzato

Sociale.network, La proposta di altrinformazione.net e Peacelink di un altro Social network (basato su mastodon)

un esempio di post su Sociale.network  (tema: ILVA)

serie Dopamina su Arte.tv (applausi!)

iorestoacasa.work, risorse per videochat

Rage inside the machine Un libro serio sull’Intelligenza Artificiale suggerito da Carlo (purtroppo in italiano non esiste)

LibGen  è un motore di ricerca di articoli e libri su vari argomenti, che consente l’accesso gratuito a contenuti normalmente a pagamento (il link su libgen è illegale ma qui ci sono i riferimenti)

Data&Society, per capirne di più (suggerito da Carlo, in inglese… fondato da Danah Boyd)

Center for Humane Technology, I pentiti della Silicon Valley (sezione “autodifesa digitale base base base”)

 

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Cittadini Reattivi

Smarketing

 

I libri

C.I.R.C.E.Formare  a distanza

C.I.R.C.E.Internet, Mon Amour

Marco Geronimi Stoll, smarketing°

Ippolita, Nell’acquario di Facebook (libro di 10 anni fa) 

 

Le frasi (non ancora) celebri

“Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”
Italo Calvino citato da Rosy Battaglia (qui)

Se hai una bicicletta e sei costretto a competere con una Ferrari, è inutile che pedali più forte. Ti conviene tagliare per i viottoli, così scopri che se non ci fossero alcune strutture per farla vincere (l’asfalto, la benzina, gli ingegneri bravissimi) sarebbe solo una bella ferraglia buona solo a far ruggine.
Marco Geronimi Stoll

Pedagogia hacker: cioè come non solo sopravvivere, ma anche vivere bene coi propri valori ma anche rispettando i valori degli altri, che a volte non sono umani ma sono macchine.
Carlo Milani

Abbiamo un’idea un po’ romantica dei social e della rete, come di un mondo che un tempo era stato puro e poi è stato corrotto. No, è nato già corrotto:  in un sistema ideologico, e quindi economico, produttivo e finanziario, che conteneva in modo strutturale quelle che appaiono come degenerazioni.
Claudia Vago

Sui luoghi dell’odio, dell’astio e della disinformazione: chiuderli è una resa, perché quelle conversazioni continueranno ad esistere e occorre diventare in grado di contrastarle. E un problema culturale.
Claudia Vago

Se abbiamo un problema sui social e sulla rete è perché li abbiamo nel mondo. In un sistema economico e sociale che funziona con l’ignoranza, la disinformazione, il riversare l’odio sugli altri, il bisogno di un nemico da odiare,  a prescindere dallo strumento che noi usiamo.
Claudia Vago

10 anni fa abbiamo scelto di non essere sui social e oggi siamo contenti di averlo fatto
Carlo Milani

Dobbiamo stare dove sono le persone, e che ci piaccia o no le persone stanno su Facebook; ma magari non adattandosi alle regole che vengono imposte: non sollecitare la pancia, piuttosto sollecitare la costruzione di comunità.
Claudia Vago

Facebook mette allo stesso livello le sponsorizzazioni per i diritti civili o per la salute con quelle dei grossi partiti politici: è assurdo ma ti devi adeguare
Rosy Battaglia

Non mi piace “usare”  neanche le macchine (cioè possedere dei mezzi per avere dei fini); preferisco cooperare, anche con le macchine.
Carlo Milani

Se vuoi creare una comunità di persone che la pensano esattamente come te Facebook è il posto ideale, funziona per omofilia, lo dice la parola stessa “mi piace”: io ti vengo dietro. È uguale negli altri social, sono strumenti conformisti. Vedi un video su Youtube che poi te ne suggerisce un secondo che corrobora il primo, e poi un terzo… è così che si crea tutto quel delirio del complottismo: uno guarda una cosa che gli interessa e dopo qualche ora è diventato un fuori di testa fanatico su quell’argomento .
Perché lo scopo di un social è cementare ogni piccolo spiraglio di adesione identitaria che abbiamo in noi. Non sono fatti per la dialettica, il confronto, per scuotere le fondamenta delle nostre convinzioni… no, son fatti per confortare quello che già pensiamo.
Carlo Milani

Nessuno può dire che Facebook è un gioco, però funziona come un gioco: un gioco competitivo a premi  tra gente che si conosce più-o-meno, con regole decise da qualcuno che non te le dice. Nessuno ti ha insegnato come si gioca, ma guardacaso ci sono quelli più bravi (gli influencer) che hanno tanti punti e sono primi in classifica. e quelli più scarsi… Ci sono dei meccanismi di gioco che noi possiamo imparare a riconoscere e, cosa ancora più importante, possiamo riconoscere quale effetto i meccanismi del gioco hanno su di noi, su ciascuno di noi. Perchè siamo tutti diversi, ancora per un po’, finché non saremo tutti formattati. Per ora ciscuno di noi ha dei trigger diversi, che cambiano nel tempo a seconda delle esperienze che abbiamo.
(ndr.: i trigger sono dei dispositivi elettronici che scattano automaticamente). Se li conosciamo si possono aprire degli spiragli di libertà: di collaborazione invece che di competizione, e anche di continuare la conversazione altrove in altro modo, non a casa di questa o quella multinazionale.
Carlo Milani