Un minuto per Brescia

2012: sono passati undici anni, eppure questo lavoro (semplice svelto ed economico) lo raccontiamo spesso nei corsi.
Serve a far vedere come combinare la comunicazione digitale e l’azione fisica nel territorio.
La teoria è che se dici una cosa dal vivo e la ripeti semplicemente sui social, cambia poco: è 1+1=1
Se invece usi ciascuna per moltiplicarne gli effetti dell’altra, 1+1=11

L’azione risale a quando l’amministrazione bresciana, sulle questioni sociali ed ambientali, ci sentiva poco.
Lo SVI (Servizio Civile Internazionale) e varie associazioni ambientaliste avevano chiesto uno spazio in piazza Loggia: il Comune ci ha dato un solo metro quadro di suolo pubblico.

E noi quel metro quadrato l’abbiamo preso lineare: da lampione a lampione, dieci metri per dieci centimetri.
Per fare cosa? una cosa semplice: ascoltare i desideri e le idee delle persone per migliorare la città.

Un Minuto per Brescia – qui la raccontiamo in breve, la storia completa è qui.
È un progetto che coniuga comunicazione analogica e digitale: azione in strada e Blog di restituzione – nasce da un corso smarketing rivolto alle associazioni ambientaliste e ai comitati di quartiere e ospitato da SVI .
Un corso per imparare a comunicare meglio i propri obiettivi e per coinvolgere più persone nelle proprie reti.
La domanda dei partecipanti durante il corso era sempre la stessa: come faccio a far sì che le persone ascoltino cosa ho da dire, che leggano i miei volantini?
La risposta di smarketing è stata: e se per una volta, invece di parlare, stessimo ad ascoltare?

Così è stato proposto di fare una giornata in piazza con una modalità comunicativa totalmente diversa dal solito volantinaggio.
L’idea ce l’ha data un progetto nato negli Stati Uniti – give a minute – ed è stata arricchita dalla presenza in strada della bacheca “reale”, che poi sarebbe divenuta anche virtuale sul blog.

E così in poche ore il nostro filo steso si è riempito di post-it colorati. Man mano che venivano appesi le persone leggevano e veniva spontaneo rispondere agli altri, incollando il proprio bigliettino sotto quello degli altri. Così si formavano i “thread” di discussione, come sul web.

Divertente e coinvolgente. Provate anche voi: copiateci, come hanno fatto a Jesi.